For the italian.
Il politologo italiano Attilio Folliero analizza le elezioni italiane. In questa prima parte spulcia tra le liste ammesse a questa competizione elettorale, che sono ben 158! In successivi articoli analizzerà il voto all'estero ed i problemi dell'Italia. Per il momento la I Parte dedicata alle liste ammesse. In alcuni punti, l'articolo è anche comico e vi farà fare qualche risata (forse). Articolo coi vari link attivi a questo indirizzo: http://www.lapatriagrande.net/02_italia/politica/elezioni_2008/partiti.htm
Verso le elezioni politiche italiane: l’analisi di Attilio Folliero http://www.lapatriagrande.net/02_italia/politica/elezioni_2008/partiti.htm Parte 1: I partiti
Sono 158 le liste ammesse alla prossima elezione politica, dove potranno votare per la seconda volta anche gli italiani che vivono all’estero. In un articolo successivo analizzeremo le elezioni italiane all’estero. In questa parte analizziamo l’elenco dei partiti ammessi. Spulciando l’elenco dei partiti, partitini e movimenti non c’è che l’imbarazzo della scelta. Vedere l’intero elenco dei contrassegni ammessi. (http://www.lapatriagrande.net/02_italia/politica/elezioni_2008/elezioni_2008_partiti_ammessi.pdf)
I due partiti principali, che guidano tutti i sondaggi (vedere il sito ufficiale dei sondaggi http://www.sondaggielettorali.it/) sono il Popolo della Libertà di Silvio Berlusconi, nuovo partito nato dalla confluenza di Forza Italia, Alleanza Nazionale e qualche personaggio dichiaramente fascista (Ciarrapico) ed il Partito Democratico di Walter Veltroni, erede dell’Unione che condusse nel 2006 Romano Prodi al Governo. Il primo è un partito dichiaratamente di centro-destra, anzi come già detto accoglie nel suo seno un personaggio, l’imprenditore Ciarrapico, che si è detto apertamente fascista; il secondo è l’altra faccia della stessa medaglia.
Lucio Garofalo (http://www.lapatriagrande.net/04_opiniones/lucio_garofalo/lucio_garofalo.htm), alla vigilia della nscita di questo partito, lo scorso ottobre, richiamando il genio profetico di Pier Paolo Pasolini che aveva avvertito “il fascismo potrà risorgere a condizione che si chiami antifascismo", scrisse “Eccolo servito. Si chiama PD: Partito Demo(n)cratico. Tale partito non è ancora nato, ma già si sta rivelando una forza politicamente subdola e pericolosa, perché concretamente antidemocratica e soprattutto antioperaia. Purtroppo si confermerà tale nel tempo. Nei prossimi anni il PD costituirà il peggior avversario politico dei diritti, degli scopi e degli interessi della classe operaia e dei lavoratori salariati in Italia, soprattutto dei giovani lavoratori precari ed extracomunitari. Vedrete, gente di poca fede!” In realtà non c’è stato bisogno di aspettare anni. In una recente intervista a El Pais, Walter Veltroni ha dichiarato: “Siamo riformisti, non di sinistra” (http://www.lapatriagrande.net/02_italia/politica/elezioni_2008/el_pais.htm)
Il primo raccoglie attorno al 40%, il secondo attorno al 35%. Staccatissimi gli altri. Infatti, come terzo nei sondaggi, con il 7% circa, appare “Sinistra Arcobaleno”. Si tratta di una coalizione di 4 partiti: i Verdi; la "sinistra" fuoriuscita dai DS e che non è entrata nel PD,, facente capo all’attuale Ministro della Ricerca Scientifica, Fabio Mussi (http://www.lapatriagrande.net/02_italia/notizie/notizie_2008/22_01_08_crisis_moral.htm), che si schierò con i bigotti italiani che criticarono, quasi linciarono i professori laici dell’Università “La Sapienza”, tra i quali il Prof. Maiani, che si opposero alla visita del papa in questa università; i Comunisti italiani ed il Partito della Rifondazione Comunista, il principale della coalizione, del quale Fausto Bertinotti è l’esponente più importante.
Questa coalizione, che si dice di sinistra, per questa elezione ha rinnegato i simboli del comunismo, la falce ed il martello, considerati ormai vecchi, non adatti alla società moderna. Il Comunismo è ormai superato, un ricordo del passato. Queste in sostanza le loro motivazioni, ovviamente molto superficiali. Ad un analisi meno superficiale, la verità appare un’altra.
Storicamente l’Italia ha sempre avuto una forte componente comunista: dopo la rivoluzione sovietica, con il biennio rosso, anni di lotte e proteste operaie dirette dalla corrente comunista del partito socialista che diede vita nel 1921 al Partito Comunista d’italia, ci fu addirittura la possibilità di una rivoluzione comunista. Di qui la reazione del capitalismo che sfociò nel ventennio fascista di Mussolini.
Dopo la caduta del fascismo, il proletariato rivoluzionario italiano venne frenato ed inglobato nel PCI, il Partito Comunista Italiano, che con Togliatti portò avanti la politica della concertazione con la borghesia italiana.
Con la caduta del muro di Berlino e la sparizione del PCI, che si trasformò in PDS, poi DS, quindi nell’attuale Partito Democratico di Veltroni, in Italia c’erano ancora milioni di persone che si richiamavano al comunismo. Per “fenare” ed impedire che queste perone potessero scivolare verso il comunismo rivoluzionario, si fondò il Partito della Rifondazione Comunista, che ha vissuto i momenti di maggiore “successo” quando venne chiamato a fare il segretario il sindacalista Fausto Bertinotti. Oggi a quasi due decenni dalla caduta del muro di Berlino si sono create le condizioni per il superamento totale dei simboli del comunismo. Bertinotti ha svolto egregiamente il suo lavoro a favore della borghesia parlamentare, eliminando definitivamente dal Parlamento italiano qualsiasi riferimento al comunismo. Il Parlamento del 2008 sarà il primo che non presenterà nessun parlamentare che, almeno nominalmente ed ufficialmente, si definisca comunista. Aspetto, questo, sommamente positivo per il proletariato italiano.
Aggiungiamo che mentre tutta la dirigenza dei partiti comunisti parlamentari, dal 1926 ad oggi, non aveva niente a che spartire col comunismo, la base che, sí, credeva nel comunismo, era però completamente in balia di questa dirigenza e priva di qualsiasi coscienza di classe si è lasciata trascinare, fino quasi ad annullarsi. Per quanto, però il potere della classse dominante italiana è immenso non possono riuscire ad annullare le contraddizioni esistenti nel sistema capitalistico e le differenze di classe.
Tornando ai partiti in lizza ed ai sondaggi, al quarto posto troviamo l’Unione di Centro di Casini, fino a ieri fedele alleato di Berlusconi, da cui si è separato per chissà quale misterioso motivo. Siamo certi, però che se Berlusconi avrà bisgno dei suoi deputati per fare il Governo, non ci saranno dubbi che Casini correrà in suo soccorso. La politica di questo partito, diretto discendente della Democrazia Cristiana, si basa sui valori tradizionali della famiglia, ma curisamente il suo lider, Pier Ferdinando Casini, divorziato sembra predicare agli altri valori che non valgono evidentemente per lui.
Segue la Lega Nord, partito xenofobo e separatista che ambisce a creare uno stato autonomo nel nord Italia. Nei sondaggi a livello nazionale non supera il 5%, ma in realtà si presenta solo al Nord, dove ha un peso notevole: il 20%. E’ fedele alleato di Berlusconi ed avrà un peso determinante nelle possibili scelte delle politiche economiche di un possibile futuro governo diretto da Berlsusconi.
Infine due partiti che hanno un paio di punti percentuali a testa: l’Italia dei valori dell’ex magistrato Antonio Di Pietro, alleato di Veltroni e La Destra, partito di etrema destra, che all’occorrenza potrebbe sostenere Berlusconi.
Questi sette partiti o coalizioni di partiti raccolgono attorno al 95% dei voti, secondo i tutti i sondaggi. Accanto a questi c’e una numerosa schiera di partiti, alcuni dei quali si presentano a livello nazionale, altri solo in determinate regioni.
A parte quelli citati sopra, saranno ben pochi quelli che riusciranno a portare un proprio rappresentante al parlamento, magari quelli che hanno una importante tradizione a livello locale, come il Sudtiroler Volkspartei, presente nella zona del Sud Tirolo nell’Alto Adige e pochissimi altri.
In totale sono 158 le liste ammesse a queste elezioni e ce n’è veramente per tutti i gusti. Veramente variopinta, a volte folckloristica e fantasiosa la selva di liste presenti.
Parlando della Sinistra Arcobaleno abbiamo detto che per la prima volta nel parlamento italiano non ci saranno dei parlamentari che si dicano ufficialmente comunisti. Non significa però che non sono presenti a queste elezioni partiti e liste che si richiamano ai simboli del comunismo. Anzi, sono presenti ben sei partiti che dicono di ispirarsi al comunismo: Lista Comunista per il Blocco Popolare, Iniziativa Comunista per la Libertà, Partito di Alternativa Comunista, Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista, Sinistra Crtitica Ecologista Comunista Femminista ed il Partito Comunista dei Lavoratori di Ferrando, l’unico che nei sondaggi sembra poter raggiungere un punto percentuale; tutti gli altri non arrivano allo 0,5%. Ovviamente nessuno di loro sembra avere la possibilità di eleggere un rappresentante.
Accanto ai comunisti, c’è poi la schiera dei socialisti, anche questi numericamente ascendono a sei. Tutti questi partiti, pur richiamandosi al socialismo ed al comunismo non hanno niente a che spartire col marxismo; si tratta di partiti di impostazione socialdemocratica o di opportunisti piccolo borghesi che approfittando del vuoto lasciato da Bertinotti e simili, sperano di far breccia su quanti credono nel comunismo. I veri comunisti non si mischiano con le faccende elettorali della borghesia.
C’è poi una altrettanto lunga schiera di partiti figli della disciolta Democrazia Cristiana, quindi di ispirazione cattolica e centrista (tra cui Rifondazione Democristiana) ed una altrettanto lunga lista di partiti di destra ed etrema destra, alcuni dei quali, come Forza Nuova di chiara ispirazione fascista. La costituzione repubblicana del 1946 proibisce la ricostituzione del partito fascista, però ciò non impedisce che partiti con altri nomi, si ispirino a questa ideologia.
Accanto a questi c’è tutta una lunga lista di partiti regionalistici e locali, alcuni di ispirazione separatista, ossia che propongono la creazione di uno stato autonomo dall’Italia, altri solo rapresentativi di interessi locali. Sono presenti un pò ovunque; già abbiamo detto della Lega Nord, alleata di Berlusconi; tra gli altri la Liga Veneta, La Lega Sud Ausonia, Sardinia Natzione, Progetto Nordest, Fronte indipendentista Lombardia, L’altra Sicilia, il Movimento Inideponentista della Sicilia, il Partito del Popolo Sicialiano, Alleanza Lombarda, Patto per il sud, Per il sud (distinto dal precedente), Autonomia Sud, Partito del Sud, Lega Lombarda, Nuova Alba, Intesa Veneta. Ci fermiamo qua, ma potremmo continuare a lungo. Vedasi l’elenco completo dei partiti ammessi. (http://www.lapatriagrande.net/02_italia/politica/elezioni_2008/elezioni_2008_partiti_ammessi.pdf)
Poi ci sono i partiti che possiamo definire di categoria o a carattere sociale: Unione degli imprenditori socialisti (sic!), il Partito dei Dipendenti Pubblici, vari partiti delle donne, il Partito dei Poeti, il Partito dei diversamente abili, il Movimento Politico Disabili, il Partito dei Giovani dell’Italia Futura, ma anche quelli del passato, ossia vari partiti dei pensionati e degli anziani.
Non mancano i partiti personali, alcuni legati a personaggi noti come il radicale Pannella, o Stefania Ariosto, che ebbe una notorietà nell’Italia degli scandali politici ed imprendiotriali degli anni novanta, ma c’è anche il Partito di Valentino ed il Partito di Peppe, che è anche un partito autonomista e che forse punta a farsi votare da tutti i Giuseppe d’Italia e sue numerose varianti (Peppe, Peppino, Beppe, Pippo, Pino, ecc...) ed il partito di Battista Mazzetta, un nome che sembra appropriato alla politica italiana.
Non manca il nome famoso dello sport: addirittura Carmine Abbagnale, uno dei più grandi rematori del mondo di tutti i tempi (per una dozzina di anni l’invidia di tutti, soprattutto dei rematori di Cambridge ed Oxford; solo il passare degli anni riuscì a sconfiggere lui, il fratello ed il timoniere Peppiniello di Capua). Ovviamente il suo partito non poteva che chiamarsi “Non remare contro”. A proposito di Peppiniello Di Capua voterà per Carmine Abbagnale o per il Partito di Peppe?
E che dire di Mario Zarlenga? A parte chiederci chi è costui, dal simbolo del suo partito - Uun mappamondo. Costui vuole conquistare il mondo? - e dal nome dato al partito (Zarlenga Omnia) viene naturale pensare che sia un po’ megalomane.
Non mancano i Paladini d’Italia e quelli che vorrebbero cacciare gli statunitensi e perciò gridano Yankee Go Home. Si tratta del partito di Andreoli che evidentemente non essendo riuscito a diventare segretario del Partito Democratico, partito filo americano, del quale fu candidato a segretario in alternativa a Veltroni, ha creato il partito che vuole cacciare gli americani. Avrà creato questo partito per ripicca?
Non manca il partito della L.I.R.A ed il partito No Euro; c’è il Partito dei Cittadini attivi per la democrazia e la giustizia, ma anche quello degli Impotenti Esistenziali del dr. Cirillo (Scusate l’ignoranza, ma chi è il dottor Cirillo?). C’è il partito dei Consumatori, ma anche il partito di coloro che non hanno niente da consumare e si acconteterebbe della pagnotta, del lavoro ed un po’ di pace, partito che si presenta col nome di Pane, Pace e Lavoro. Non manca la folta schiera di partiti pacifisti, ma anche quelli che puntano al Territorio Sicuro, evidentemente meno pacifisti. C’e il partito delle Ali e della Coerenza Politica (bisogna proprio votarlo sto partito, perchè di coerenza politica in Italia se ne vede veramente poca), ma anche quello che punta Al Bene Comune e quello che punta diritto al 100% (che sicuramente firmerebbe per prendere un 10%, che gli garantirebbe il bel seggiolone al parlamento, ma probabilemnte non arriverà allo zero virgola qualcosa). Non manca il partito del Loto (quale sarà il suo programma? La liberalizzazione del fior di loto?), il partito del No profit e quelli che puntano ad essere Liberi nella Libertà. Purtoppo manca il partito dei Liberi nel Carcere, che avrebbero potuto costituirlo quel 10% di parlamentari uscenti che hanno problemi con la giustizia.
Una volta c’era il sogno americano, a queste elezioni troviamo il Sogno Italiano. Non manca chi sogna un ritorno alla monarchia, come gli attivisti del partito Valori e Futuro con Emanuele Filiberto o la restaurazione del Sacro Romano Impero; qualche altro sogna l’eliminazione della Casta e qualcuno semplicemente sogna un Casinò nel Centro Italia, motivo sufficiente per fondarsi il suo bel partito.
Strano a dirsi ma di animali non c’è quasi traccia; a parte un Movimento Nazionale Delfino a nessuno interessano gli animali!
Tre argomenti legati all’attualità: come tutti sanno mezza Italia è seppellita dalla spazzatura, per cui non poteva proprio mancare un partito No Monnezza. L’attualità di Internet è presente con due liste: il Partito Internettiano di Francesco Miglino che ovviamente ha per simbolo la @ ed il partito miogoverno.it di Guido Prayer, chiaramente di ispirazione internettiana. Poi c’e l’latro grande tema, di cui si parla veramente poco, ma che darà grandi soprese, come già successo con il Vaffanculo Day dell’8 settembre. Ossia c’è il movimento degli scontenti e di coloro che vorrebbero farla finita con i D’Alema, i Veltroni, i Berlusconi, i Bertinotti, ecc... portato avanti da Beppe Grillo e non solo. Beppe Grillo in realtà non si presenta a queste elezioni, però approfittando del suo nome sono state presentate due liste, che sperano di evidentemente di raccogliere consensi appunto giocando col nome di Beppe Grillo: No Euro – Lista del Grillo e Grilli d’Italia – Movimento Ultima Speranza. Pero’ chi incarna veramente lo scontento è la lista Io non voto, che spera di attirare i voti di chi non vota. Sic! e doppio Sic!
Mentre in America Latina si parla, anche se spesso in modo inappropriato di Rivoluzione, in Italia sta parola sembra essere proprio tabù. In realtà c’è una lista che propone la Rivoluzione, ma una Rivoluzione Democratica.
Per concludere questa prima parte riguardante le liste presenti a queste elezioni, dobbiamo aggiungere che i sondaggi nulla dicono circa l’astensionismo. Probabilemnte la vera sorpresa di questa elezione sarà proprio la crescita degli astensionisti. Non è un caso che anche tra gli astensionisti sono fiorite varie raggruppazioni, magari in lotta tra di loro e che stanno facendo solo gli interessi del Manifesto. E già! Questi raggruppamenti si stanno contendendo l’astensionismo attrverso vari avvisi pubblicitari (a pagamento ovviamente) sullo storico giornale comunista (ovviamente comunista solamente per chi è a digiuno di formazione ideologica e si accontenta del nome!).